Pasqua 2020 – La settimana santa
12 Aprile 2020 – Domenica di Pasqua – ore 9.30
Qui puoi trovare il foglio della Celebrazione della Domenica di Pasqua 2020
Qui apparirà il link per avviare lo streaming circa 10 minuti prima dell’inizio della preghiera. Ricarica la pagina al momento dell’inizio.
Qui il Diario di Davide Cerullo letto Dai Ragazzi di San Fermo
Lo scultore Pericle Fazzini ha realizzato questa Resurrezione nel 1977, su invito di Papa Paolo VI per la Sala Nervi in Vaticano. In quest’opera pulsa la vitalità del Risorto nella Chiesa postconciliare, partecipe delle gioie e speranze, delle sofferenze e angosce dell’uomo moderno. Fazzini concepisce la Resurrezione in rapporto all’agonia dell’Orto del Getsemani e scrive di aver creato Cristo “come se risorgesse dallo scoppio di un brulicante uliveto”. Il grande bronzo lungo 20 metri, ha l’aspetto di un’esplosione della materia composta da rocce, rami, sterpi, radici da cui emerge la figura umana centrale. La composizione tende verso l’alto, metafora di una ricerca del divino alla quale l’uomo non si può sottrarre. Il Cristo risorge da questo cratere vivo che torna ad essere fertile dopo immani sciagure
10 Aprile 2020 – Venerdì Santo – ore 15.00
Qui puoi trovare il Foglio per la preghiera e il commento al dipinto di Masaccio riportato più sotto.
La Crocifissione di Masaccio di Napoli, in origine la cuspide di una pala per la chiesa del Carmine di Pisa, è uno dei più commoventi capolavori dell’artista. I tre dolenti reagiscono ognuno in maniera differente agli ultimi attimi di vita di Cristo: la Vergine grida il proprio dolore volgendosi in direzione del figlio; il giovane Evangelista, incapace di confrontarsi direttamente con la tragedia, ha lo sguardo perso, con gli occhi bagnati di pianto e la testa poggiata sulle mani giunte; e la Maddalena spalanca le braccia, inginocchiata ai piedi della croce. Masaccio ci mostra solamente il suo manto rosso-arancio brillante e i suoi biondi capelli sciolti, mentre di solito la santa è rappresentata di profilo. Le differenze con l’altro grande Crocifisso dipinto da Masaccio nell’affresco della Trinità di Santa Maria Novella a Firenze non potrebbero essere maggiori.
Là i dolenti, collocati in uno spazio architettonico atemporale, sembrano freddi e distanti. E’ una felice rappresentazione della dottrina teologica che era l’ostacolo maggiore per la riunificazione della Chiesa latina con la Chiesa greca. Si può immaginare come, quando nel 1439 Santa Maria Novella divenne la sede del Concilio indetto al fine di discutere questi problemi, i teologi occidentali potessero usare l’affresco per spiegare ai propri colleghi orientali la questione spinosa del filioque, o la discesa dello Spirito Santo attraverso Cristo. La posa severa della Vergine mostra che non siamo di fronte alla scena della crocifissione, cui lei partecipa da dolente, bensì alla maestosa esegesi di una dottrina. Per contro, nella tavola di Napoli, Masaccio violenta il ruolo emotivo degli spettatori chiedendo loro di aggiungere le proprie lacrime a quelle degli altri ai piedi della croce.
Dal momento che la Crocifissione ere posta nella parte alta del polittico, l’artista ben sapeva che doveva ottenere che ogni figura e ogni gesto comunicassero da lontano. Egli ha stagliato le figure sul fondo dorato, rendendo i contorni di ogni corpo molto affilati, senza comunque sacrificarne la tridimensionalità. Infatti, il punto di vista gli permetteva di accentuare i volumi di questa figure impostandole di scorcio: i piedi e i panni dell’evangelista ne sono un buon esempio. Efficacissima è la testa inanimata del Cristo morto, ricaduta in avanti e ferma sul massiccio tronco del torace.
11 Aprile 2020 – Sabato Santo
Siamo immersi nel silenzio del Sabato, silenzio sacro, ovvero separato, “altro da”… dedicato interamente al vuoto che la perdita dell’Amato porta con sé. La morte in croce di colui che “veramente era figlio di Dio” lascia una incolmabile amarezza, una lacerazione insanabile nell’animo delle donne che l’hanno seguito e dei discepoli smarriti nei loro tradimenti, rinnegamenti e fughe. Quella amarezza, quella ferita ha un solo luogo in cui potersi trasformare:il silenzio! Necessità di abitare il Vuoto! Di interrogarlo e lasciarsene interrogare!
Desideriamo so-stare anche noi in questo Sabato Santo nel silenzio (non ci sarà un foglio per la preghiera personale); l’unica parola è quel corpo deposto dalla croce che è stato collocato nel sepolcro. Ci è chiesto di fare i conti con i nostri vuoti, con le mancanze incolmabili che tutt’oggi feriscono le nostre esistenze.
Due soli segni ci lasciamo: il primo è un’opera che Marta Olmi ha realizzato proprio come contributo a questi giorni, pensando in particolare alla notte del Sabato Santo… nell’inviarla riporterò un commento che Marta stessa ha pensato di associare a quanto vediamo nel dipinto. Il secondo segno è l’insieme delle preghiere che molte/i tra noi hanno inviato in questi giorni e che esprimono la ricchezza e la pluralità di sensibilità che abitano nel nostro essere comunità col desiderio di sentirci in comunione dentro la distanza.
Infine vi invitiamo ad accompagnare il silenzio di questa giornata con l’ascolto di alcune musiche di Arvo Part, di Ludovico Einaudi, Aeham Ahmad e Nils Frahm; i rimandi esatti li trovate al termine dello stesso documento delle preghiere.
Solo il silenzio Ti adora / nella misura della Tua grandezza. / Il silenzio del mare, della notte, / lo stupore dei fiori, delle rocce. / Il silenzio di questo cuore umano / che ascolta smarrito / il battito del Tuo cuore di Dio / (Donata Doni)