Preghiera d’Avvento – Mercoledì 23 Dicembre 2020
Con oggi ci avviciniamo, con un crescere di stupore e tremore, al compiersi dell’attesa… e il Vangelo che la liturgia ci propone già profuma di nascita, quella del precursore (così lo chiameranno da grande…); un figlio d’uomo e di donna che viene alla luce, anche lui generato – con sei mesi di anticipo rispetto all’Atteso – nella voce di un angelo; Luca ci racconta lo sgusciare dal grembo di colui che sarà il “testimone della luce”. E si parla di tempo compiuto, di misericordia che si manifesta e di voci di allegrezza.
Ma assistiamo anche ad un intervento inatteso: la madre (Elisabetta) considerata, secondo le consuetudini del tempo, come mera appendice del marito e recipiente del figlio, non sta al ‘suo’ posto….o meglio a quello che le avevano assegnato: fare da contenitore al nascituro… “Ma sua madre intervenne” riferisce – lapidario – l’evangelista. Elisabetta prende parola sul nome da dare al neonato – fatto inaudito: non sarebbe compito suo.
Stare al “proprio posto” non è cosa buona in sé e non è saggio farne un criterio unico di giudizio, magari lavorando col senso di colpa. Dipende, dipende da molte cose. A volte è bene farlo, o è necessario, o inevitabile. Ma altre (molte) volte invece può essere un male per sé e per gli altri e bisogna prendersi la responsabilità di lasciare quel posto. Per costruire tutta un’altra storia. Che il Vangelo, o libera le storie, o non è Vangelo.
QUI trovate il foglio della preghiera di domani, mercoledì 23 Dicembre, anch’esso preparato dal gruppo “la Parola a noi”.
E qui nel formato per stampa