FEDE E QUOTIDIANEITA’
Di Enzo Catini e Miriam Dimedio
Fotogramma del film Centochiodi di Ermanno Olmi
Negli anni passati la rubrica trattava l’ecumenismo, pertanto si occupava delle varie chiese cristiane presenti nel nostro territorio. Riguardava l’ecumenismo, per cui era rivolta alle varie chiese cristiane. A partire da questo numero vorremmo ampliare il nostro sguardo e provare ad inoltrarci un po’ come degli esploratori nel mondo di altre fedi religiose presenti nel nostro territorio. Vorremmo spostare quindi la nostra attenzione dall’ecumenismo allo “ecumenismo ecumenico “, come Panikkar designa il dialogo tra religioni, e parlare di incontro fra tradizioni religiose diverse. Vorremmo farlo in una prospettiva che sia però quella della narrazione di storie, narrazioni di uomini e donne che, nelle piccole cose di tutti i giorni , nelle relazioni quotidiane con le persone ,provano a declinare la loro fede come ricerca , come domanda sulla loro esistenza e sul senso più profondo della vita. Crediamo al potere delle storie che gli esseri umani si narrano per organizzare ed interpretare la loro esperienza. Raccontare storie è comune a tutte le culture, è una capacità umana per mettersi in contatto con il mondo, per costruire la nostra identità, per riorganizzare il passato e rileggerlo alla luce del presente, in un gioco di interpretazione e re-interpretazione della propria vita. Quindi anche noi proveremo a raccontare delle storie di persone e per questo abbiamo scelto come titolo della rubrica “Fede e quotidianità”. Naturalmente lo faremo con molto rispetto, visto che dovremo entrare nella vita quotidiana delle persone. Le storie che racconteremo proveranno “la presenza divina” nelle persone che incontreremo e anche noi che scriviamo ci metteremo in gioco e speriamo che sia così anche per voi che ci leggerete. Proviamo ad aprire uno spazio che prenda luce da qualcosa che non si lascia vedere, mossi da qualcosa che non si lascia afferrare, accogliendo gli elementi di incertezza, di ambivalenza, di contaminazione, per “ fare circolare Dio come stupore, amore,desiderio,sovrappiù, soffio che spira leggero…”, come ci suggerisce Ivan Nicoletto.
ENZO
La scelta religiosa è una dimensione costitutiva di moltissime persone, di comunità e popoli. La libertà religiosa è fondamentale e gli stati democratici devono garantirla e tutelarla. Nel contempo io penso che le religioni abbiano diviso e dividano il mondo. Inoltre è fortemente presente la ricerca della propria identità religiosa, che è certamente necessaria, ma che ha una faccia rischiosa: l’esclusivismo o addirittura l’integralismo. Io credo che la nostra identità sia quella umana, è “l’umano dell’uomo”. Se immagino le varie religioni come diverse vie che conducono a Dio, penso che l’unica via sia quella dell’amore. Ama gli altri come te stesso; amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Gesù lo ha insegnato .Il nuovo in noi, il sopravvenuto, è entrato nel nostro cuore, è penetrato nella sua carne più interna è anche là non è più – è già nel sangue… Inoltre in questa fase della mia vita do più spazio alla preghiera-meditazione, con cui cerco di mettermi in ascolto dello Spirito di Dio, che non può essere contenuto in gabbie. Lo Spirito di Dio ci cerca continuamente e ci vuole fratelli, anche con i nostri diversi percorsi religiosi. Rimango attratto proprio verso le diversità e sempre bisognoso di conoscere. Desidero comprendere come la fede è vissuta nella vita quotidiana e la trasforma, per portare alla convivenza fraterna delle diversità.
MIRIAM
“Noi non possiamo dire chi sia entrato, forse non lo sapremo mai, ma molti indizi suggeriscono che il futuro entra in noi in questa maniera per trasformarsi in noi ,molto prima che accada”.Rainer Maria Rilke
Mi piacerebbe che questo progetto di rubrica che si va costruendo insieme ad Enzo funzioni un po’ come uno specchio e mi permetta di vedere , attraverso le storie di altri , attraverso le narrazioni della loro esperienza di fede, di guardare e di esplorare la mia fede, la mia pratica. E’ un tentativo di aprire uno spazio perché quello che c’è in me non mi basta e mi tiene aperta su altro che si potrebbe anche scrivere Altro essendo Dio l’apertura senza limiti che fa essere il mondo ed evoca un umano che mi piace cercare e ri-cercare in maniera creativa .