“Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni” (Gioele 3,1) (At 2,16-21)
Sono momenti duri quelli in cui osserviamo i nostri ragazzi e le nostre ragazze chiusi nel loro mutismo, immobili davanti al video dei loro computer. Daremmo qualsiasi cosa perché una piccola breccia si aprisse e ci facesse intravvedere cosa passa nel loro cuore e nella loro mente.
Senso di colpa per non essere capaci di avvicinarci, timore di sbagliare e di rendere quel muro che ci separa ancora più spesso, preoccupazione e ansia per la paura che ombre oscure abitino i loro pensieri, rabbia perchè rispondono con insofferenza ai nostri segnali di affetto, delusione per i pochi scambi di parole, spesso fredde e a volte stizzite, sono alcune delle emozioni più frequenti. In effetti vorremmo trasmettere loro speranza e gioia di vivere, ma molto spesso i nostri messaggi sono di rabbia, di delusione, di preoccupate e negative aspettative rispetto a un domani faticoso.
La passeggiata, Marc ChagallSempre più spesso osserviamo i nostri genitori, i nostri anziani, guardare nel vuoto senza aspettarsi più nulla dal futuro, solo preoccupati di essere di peso, stanchi per non poter più essere di aiuto. Oppure definitivamente assenti o abitati da incubi e pensieri di angoscia. A volte vorremmo accarezzarli con tenerezza per esprimere la nostra riconoscenza per la vita che hanno speso per noi,vorremmo che capissero che le loro giornate sono comunque preziose, e che può esistere un futuro appassionante al di là dell’impegno per i famigliari e dell’efficienza fisica che lo consente. Ma tante volte la stanchezza, la tristezza, il senso di impotenza prende il soppravvento e vorremmo mettere tra noi e loro distanze insormontabili. Il profeta Gioele ci offre una prospettiva di luce, un altro mondo è possibile, un mondo in cui pace, armonia e scambi intensi regolano i rapporti tra le generazioni. Figli e figlie capaci di leggere il presente, di interpretarlo con passione, di dire cose importanti, di progettare un futuro appassionante; e noi, attenti e partecipi dei loro progetti, contagiati dal loro entusiasmo. Anziani che non conoscono la rassegnazione e sono capaci di sognare un futuro che li vede protagonisti attivi trascinando anche noi nella gioia operosa della costruzione e della realizzazione di un progetto di una umanità in pace, di un mondo in armonia.
Già, ma quando? Quando effonderà il suo Spirito su ogni vivente e tutto questo potrà accadere?
Va bene sperare che in un futuro più o meno remoto ciò accada, ma intanto che cosa può scaldare la nostra vita. La speranza non può essere solo un’idea astratta, una pura operazione mentale. E’ già successo ci dice Pietro, che negli Atti riprende alla lettera le parole di Gioele: quel Gesù che è stato ucciso, Dio lo ha resuscitato e lo Spirito che il Padre gli ha dato Lui lo ha effuso su di noi. Quindi già da ora i nostri figli e i nostri anziani hanno questi doni e noi con loro; forse basta un po’ di attenzione in più per cogliere questa realtà, e del resto non è poi così raro restare piacevolmente stupiti da affermazioni o comportamenti che colpiscono per la loro forza profetica, per la loro positiva proiezione nel futuro. La generazione di mezzo è direttamente interpellata dalle parole del profeta, è chiamata alla responsabilità di saper vedere, cogliere, valorizzare e raccontare questi segni sparsi, queste luci diffuse; guai ignorare, smorzare, svilire, deprimere e sminuire fatti che ci mostrano un presente ricco di semi turgidi di futuro. La nostra vita può da subito essere generatrice di senso per noi e per chi ci sta attorno; non abbiamo la possibilità di far scomparire il dolore, di dissipare angoscia e paura, ma possiamo e siamo in grado di aiutarci a vedere quanto di buono ci è dato e gustare quanto di bello ci circonda. Già da ora possiamo ricevere e donare coraggio e speranza; tutti insieme leggere il presente e progettare il futuro con la fiducia e la consapevolezza di avere le possibilità di costruirlo. La vita non diventa più facile, restano contraddizioni e dolore, ma la gioia già da oggi conosce i sentieri per raggiungere e abitare nei nostri cuori.