I CATTOLICI NELLE ELEZIONI 2013
“Documento preparato dalla Caritas Diocesana e altri uffici pastorali sul tema delle prossime elezioni”
Che paese immaginiamo e vogliamo costruire? Il prossimo passaggio elettorale ci piace considerarlo quale occasione preziosa per stimolare candidati ed elettori ad un confronto vero e serio. Certo, tutti i parametri economici ci mostrano l’Italia come un paese in grande sofferenza, incapace di avviare un percorso credibile, in sostanza un Paese privo di quella prospettiva che sarebbe compito della politica delineare e offrire.
LA POLITICA COME DOVEROSO SERVIZIO
Ci pare innanzitutto opportuno, in questa fase delicata, richiamare tutti al vero senso dell’azione politica, sottolineandone la connotazione più nobile di servizio alla comunità in cammino verso il bene comune. Per quanto oggi possa apparire difficile, la politica era, è e rimarrà sempre la via maestra per sviluppare una società più giusta, più ricca, più solidale, più sana, più coesa. Parimenti i soggetti protagonisti per eccellenza dell’azione politica, i partiti, devono essere contenitori trasparenti, luoghi di sintesi tra valori, idee, prassi e interessi, e non possono essere relegati in un angolo. Vanno stimolati a ritrovare autorevolezza e credibilità, a rinnovarsi, ad aprirsi alla società, vanno irrorati di qualità, competenza, onestà, ed in questo i cristiani sono chiamati oggi più che mai a fare la propria parte: “Coloro che sono o possono diventare idonei per l’esercizio dell’arte politica, così difficile, ma insieme così nobile vi si preparino e si preoccupino di esercitarla senza badare al proprio interesse e a vantaggi materiali …” (Gaudium et Spes, 75). Sarebbe impossibile andare oltre questa fase d’involuzione economica, sociale e morale che accomuna tutta l’Europa, attraverso fughe in avanti o corse solitarie e demagogiche. Ciascuno deve contribuire coi propri talenti alla costruzione di un percorso comune: “… ci permettiamo di richiamare i nostri figli al dovere che hanno di partecipare attivamente alla vita pubblica e di contribuire all’attuazione del bene comune della famiglia umana e della propria comunità politica; e di adoprarsi quindi, nella luce della fede e con la forza dell’amore, perché le istituzioni a finalità economiche, sociali, culturali e politiche, siano tali da non creare ostacoli, ma piuttosto facilitare o rendere meno arduo alle persone il loro perfezionamento …” (Giovanni XXIII; Pacem in Terris, 76).
Le azioni alle quali saranno chiamati i prossimi governi nazionali e regionali richiederanno un livello di esposizione e di coraggio nelle scelte da compiere, impossibile da sostenere se privo di un mandato popolare chiaro, di una rappresentatività larga, di un consenso culturale ampio. Per questo l’esercizio del diritto di voto risulta più che mai un atto importante di responsabilità da compiere: non si ceda alla tentazione di non partecipare, di rassegnarsi, di delegare senza scegliere. La legittimazione popolare, prima di essere esercitata con senso del dovere, deve essere attribuita con voto consapevole.
LA POLITICA COME PROGETTO
Per costruire una proposta e scegliere un’offerta politica riteniamo sia necessario far riferimento ai valori della Costituzione Repubblicana e della Dottrina Sociale della Chiesa, indiscutibili fonti d’ispirazione per l’elaborazione di un progetto di società dell’uomo e per l’uomo. E’ auspicabile che gli eletti, nell’esercizio del proprio mandato, sappiano convergere verso scelte tanto responsabili quanto morali, coniugando competenze effettive e capacità di dialogo col territorio con una solida spinta etica: “… si richiede cioè che gli esseri umani, nell’interiorità di se stessi, vivano il loro operare a contenuto temporale come una sintesi di elementi scientifico-tecnico-professionali e di valori spirituali” (Giovanni XXIII; Pacem in Terris,78).
LA POLITICA COME AZIONE
Molti sono i versanti sui quali potrà giocarsi l’attuale campagna elettorale, compito dei cristiani è di esigere che il confronto si svolga con chiarezza attorno ad alcune questioni fondamentali, considerando in ciascuna di esse come imprescindibili la centralità della persona, della famiglia e della tutela della vita.
La questione istituzionale
Sia rimessa al centro dell’agenda politica la discussione sul rapporto tra nord e sud del Paese, alla ricerca di un equilibrio funzionale tra livelli di governo declinato in termini cooperativi e sussidiari: unita e coesa l’Italia potrà e dovrà esercitare un’azione propulsiva nel processo di integrazione politica europea quale strumento di garanzia di Pace tra i popoli. Attenzione particolare sia posta nel ricalibrare i meccanismi della rappresentanza, nel rinnovare gli strumenti della partecipazione, nel ridurre i costi della politica.
La questione occupazionale
Si torni ad elaborare e proporre politiche economiche strutturali e si privilegi una via lungo la quale si possano dare risposte all’emergenza del lavoro, che è elemento fondante della nostra Carta Costituzionale e luogo per eccellenza della valorizzazione piena della persona.
La questione giovanile
La crescita del tasso di disoccupazione giovanile sembra inarrestabile ed ha raggiunto percentuali senza precedenti nell’epoca repubblicana. Serve un grande patto generazionale basato sull’opportunità, il merito e la corresponsabilità educativa, patto che consenta di tener viva la speranza di costruzione di un progetto di vita fondato sulla famiglia nel pieno rispetto dell’art.31 della Costituzione e che trovi nella scuola un forte aiuto nel compito educativo.
La questione morale
Ciò che è passato davanti ai nostri occhi in questi mesi in termini di etica del comportamento non è stato né appagante né stimolante: la politica si riveli capace di porsi al di sopra di interessi settoriali, lobbies e clientele, nel segno della responsabilità e della coerenza nel proporre, dell’equità nello scegliere, della legalità e della sobrietà nell’agire.
La questione demografica
L’evoluzione del contesto socio-economico occidentale verso la ‘crescita zero’, unita ai consistenti flussi migratori che non da oggi mettono a dura prova la nostra capacità di accoglienza ed integrazione, richiedono uno sforzo importante sia sul fronte delle politiche dell’immigrazione (che non può essere considerata un fenomeno da contrastare ma una risorsa da valorizzare) che su quello del reale sostegno a politiche familiari. Dalla lungimiranza delle scelte future in quest’ambito, comprese quelle sulla cittadinanza, si gioca la vera partita dell’Italia e dell’Europa del domani.
CONCLUSIONE
Si deve ricordare che non tutte le opzioni politiche sono eticamente indifferenti: è compito di ciascuno impegnarsi al discernimento tanto individuale quanto comunitario, assumendosi la responsabilità personale di andare oltre demagogie e qualunquismi per cogliere, attraverso l’attenta partecipazione, i valori alla base dei programmi che i partiti propongono “L’amore di Dio ci chiama ad uscire da ciò che è limitato e non definitivo, ci dà il coraggio di operare e di proseguire nella ricerca del bene di tutti” (Benedetto XVI; Caritas in Veritate, 78).
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Bergamo, 28.01.13