RUT, LE SVOLTE CHE RI-APRONO IL FUTURO
Di Enzo Rizzi
6 Allora [Noemi] si alzò con le sue nuore per andarsene dalla campagna di Moab, perché aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane. 7 Partì dunque con le due nuore da quel luogo e mentre era in cammino per tornare nel paese di Giuda 8 Noemi disse alle due nuore: «Andate, tornate ciascuna a casa di vostra madre; il Signore usi bontà con voi, come voi avete fatto con quelli che sono morti e con me! 9 Il Signore conceda a ciascuna di voi di trovare riposo in casa di un marito». Essa le baciò, ma quelle piansero ad alta voce 10 e le dissero: «No, noi verremo con te al tuo popolo». 11 Noemi rispose: «Tornate indietro, figlie mie! Perché verreste con me? Ho io ancora figli in seno, che possano diventare vostri mariti? 12 Tornate indietro, figlie mie, andate! Io sono troppo vecchia per avere un marito. Se dicessi: Ne ho speranza, e se anche avessi un marito questa notte e anche partorissi figli, 13 vorreste voi aspettare che diventino grandi e vi asterreste per questo dal maritarvi? No, figlie mie; io sono troppo infelice per potervi giovare, perché la mano del Signore è stesa contro di me». 14 Allora esse alzarono la voce e piansero di nuovo; Orpa baciò la suocera e partì, ma Rut non si staccò da lei. 15 Allora Noemi le disse: «Ecco, tua cognata è tornata al suo popolo e ai suoi dèi; torna indietro anche tu, come tua cognata». 16 Ma Rut rispose: «Non insistere con me perché ti abbandoni e torni indietro senza di te; perché dove andrai tu andrò anch’io; dove ti fermerai mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio; 17 dove morirai tu, morirò anch’io e vi sarò sepolta. Il Signore mi punisca come vuole, se altra cosa che la morte mi separerà da te». 18 Quando Noemi la vide così decisa ad accompagnarla, cessò di insistere. 19 Così fecero il viaggio insieme fino a Betlemme. Quando giunsero a Betlemme, tutta la città s’interessò di loro. Le donne dicevano: «È proprio Noemi!». (Rut 1,6-19)
L’intenso dialogo tra Noemi, Orpa e Rut ci presenta “il momento” nel quale ognuna delle tre donne è chiamata a definire la direzione del proprio cammino e le motivazioni delle scelte basilari della propria vita.
Davanti a una situazione di estremo disagio e di insicurezza (la carestia e la povertà, la morte improvvisa dei tre uomini di famiglia, la solitudine e l’abbandono delle vedove / Rut 1,1-6), che sembra “chiudere” ogni possibilità di futuro, Rut sceglie di farsi compagna della suocera Noemi nel suo cammino verso Betlemme, un cammino guidato dalla speranza e dal riconoscimento dei segni della presenza di Dio.
Il dialogo e le scelte delle tre donne si svolgono attorno al tema del “ritornare” (il verbo è presente 12 volte in questo capitolo) ma quello che differenzia le tre donne è il luogo verso cui viene pensato il “ritorno” e le ragioni della scelta di quella direzione di cammino: nell’indicazione del luogo nel quale ognuna pensa il proprio futuro si evidenziano le motivazioni ultime che sono nel cuore di ognuna.
Noemi vuole ritornare a Betlemme – il luogo da cui proviene, il contesto di origine – e propone alle nuore di ritornare «ciascuna a casa di sua madre» augurando loro di «riposarsi nella casa del marito», (gli ambiti tipici della vita di una donna); per tutte e tre è configurato un ritorno alla condizione normale di vita e di realizzazione comunemente accettata per una donna, mostrando l’impossibilità di fatto di qualsiasi altra scelta.
Orpa, dopo una resistenza iniziale, accetta questa logica che nasce dalla tradizione e dal buon senso e che definisce identità e futuro a partire dal passato, dalla radici.
Rut dichiara la sua volontà di dare ai passi della propria vita una direzione “altra” e inedita; c’è qualcosa che la porta a rinunciare definitivamente a ciò che è legittimo aspettarsi per una donna (marito, figli, sicurezza), per andare da straniera con una suocera vecchia e senza futuro: al cuore della sua scelta troviamo il valore della relazione che la lega alla suocera. A Noemi che ha detto «torna dietro a tua cognata», Rut risponde che vuole «tornare da dietro te (cioè a Noemi)»: il luogo del “ritornare” di Rut non sarà la sua terra e il suo passato, ma Noemi stessa. Noemi diventa “terra/matria” di Rut, suo luogo di definizione; Rut consegna la sua via a Noemi e sarà Noemi a scegliere: la via, la casa, il popolo, il Dio dell’una sarà quello dell’altra.
Da questo momento, per libera scelta, Rut lascia le sue radici e consegna la sua identità e il suo futuro a Yahvè, il Dio di Noemi. A Noemi, che riconosce il diritto delle altre due donne a una vita di nuovo “piena” e cerca per sé e per loro una strada che ritiene possibile (con lucidità e generosità non vuole pesare su di loro e rendere loro la vita impossibile), Rut oppone una logica “differente”: quella della relazione con l’altro che mi definisce nel presente e nel futuro; è il Tu e non l’Io, che guida le scelte di Rut; è il futuro promesso e sperato e non il passato dell’appartenenza conosciuta e delle radici di identità che orientano i suoi passi.
Scelte di “redenzione”
Il testo ci presenta anche come le donne si prendono cura e si fanno carico le une delle altre.
A questo proposito Patrizio Rota Scalabrini parla di «redenzione, un concetto denso di significati in Israele, che ha un’applicazione ai rapporti sociali e anche a quelli religiosi.
Redenzione significa responsabilità reciproca delle persone, le une verso le altre; in particolare comporta responsabilità dei forti e dei potenti verso i deboli, gli indifesi, verso coloro che non sono in grado di rispondere da sé stessi, di difendersi. La redenzione assicura lo sviluppo della vita delle persone, la solidarietà del gruppo e fa sentire le persone non sole, ma come componenti di una comunità. Quando il concetto di redenzione è applicato a Dio, vuol dire che è Dio che si prende carico dell’uomo e diventa il suo custode, il suo difensore. Non dimentichiamo che per la fede di Israele, proprio in forza dell’alleanza, Dio è responsabile del benessere del popolo, Dio risponde della sorte del proprio popolo.
Ecco perché Noemi si lamenta fortemente con Dio e lo considera addirittura responsabile per la perdita della vita dei suoi figli e per lo smarrimento della sua speranza. Una delle preoccupazioni del libro di Rut è sottolineare quanto sia importante capire che l’essere umano deve collaborare con la grazia e con il favore di Dio; vi deve essere una corrispondenza tra il modo in cui agisce il Signore e il modo in cui agisce l’uomo. È questa un’idea affermata chiaramente … quando Noemi augura alle sue due nuore: “Il Signore usi bontà con voi, come voi lo avete fatto con quelli che sono morti e con me!” (v. 8). È stupefacente questo testo, dove sembra quasi che Dio debba prendere esempio da queste donne per il proprio comportamento, mentre ci si aspetterebbe (per molti aspetti, ‘giustamente’) il contrario! Quello che il testo mette in evidenza è la corrispondenza che deve esistere tra i rapporti reciproci delle persone e il modo con cui Dio agisce nella vita del popolo. Così in Rt 2,12 Booz augura a Rut la ricompensa di Dio in questi termini: “Il Signore ti ripaghi quanto hai fatto e il tuo salario sia pieno da parte del Signore, Dio d’Israele, sotto le cui ali (kānāp) sei venuta a rifugiarti”».
Ancora a proposito del v. 8 (“Il Signore usi bontà con voi, come voi lo avete fatto con quelli che sono morti e con me!”) Elizabeth Green scrive: «Il versetto dimostra che la solidarietà di Ruth verso Naomi … non si limita alla decisione da lei presa di tornare con la suocera. La hesed (o misericordia) ha definito da sempre il modo di relazionarsi di Ruth non solo con Naomi ma anche con il suocero e il marito defunti. Inoltre, la pratica della bontà non è limitata a colei che decide di tornare con la suocera, cioè a Ruth, ma appartiene in ugual misura a Orpa. Ci troviamo davanti a un fatto sorprendente, già all’apertura della storia, prima di aver compiuto nessuna azione eccezionale, due donne moabite, ossia due rappresentanti di un popolo nemico, popolo disprezzato ed escluso dal popolo eletto diventano modello della bontà di Dio… indicano al Signore una via migliore».
Enzo Rizzi (al termine della lettura del libro di Rut nel gruppo biblico Bereshit)
P. Rota Scalabrini, Una comunità in festa: Rut, la moabita, straniera credente, Scuola della Parola / Diocesi di Bergamo 1998
A. Cortesi, La storia di Rut: la straniera, profezia del Dio dei poveri, Caritas/Vicenza 2011,
E. Green, Una contadina e una regina: Rut e Ester, BIBLIA 2001