DAL CATECHISMO – ROTA IMAGNA 2012
I ragazzi di seconda media ci raccontano la loro esperienza
L’esperienza di Rota Imagna è stata sviluppata attorno al tema della speranza e della motivazione. Abbiamo cercato di capire cosa lega la speranza alla motivazione attraverso una storia letta da Antonella e attraverso stimoli provenienti da immagini e brevi frasi celebri accompagnate da un brano musicale di Guccini dal titolo molto significativo; “SHOMER MA MILLAYLAH” che significa “Sentinella quanto manca all’alba”. La storia parlava di una famiglia che non ha avuto paura di affrontare la tempesta sapendo cogliere l’occasione di una sciagura per aprirsi al mondo e lasciarsi da esso cambiare. Le parole e la musica ci hanno suggerito molti temi di riflessione. Abbiamo scoperto che la speranza e la motivazione sono entrambe proiettate nel futuro, il quale è incerto. La speranza è il motore che ci motiva e ci spinge ad agire affrontando difficoltà con energia e determinazione. La notte abbiamo fatto esperienza del buio, che per molti di noi rappresenta la paura e la fatica di orientarsi e ritrovare dei punti di riferimento precisi. Il buio tuttavia, affrontato in compagnia è meno inquietante. Poco dopo abbiamo visto una lanterna che emanava una luce e l’abbiamo seguita con fiducia e speranza. La lanterna ci ha condotto in una stanza illuminata dalle candele, stimolo di realizzazione della speranza riposto nel cammino verso la luce. Il tema della speranza e della fiducia l’abbiamo ripreso durante il Vangelo che ci ha parlato della fiducia che gli apostoli hanno riposto in Gesù quando li ha invitati a gettare le reti mentre loro erano senza speranza.
FINALMENTE ROTA…..FINALMENTE GRUPPO!
I ragazzi di quinta elementare
Per noi ragazzi di 4^ e 5^ elementare il ritiro di Rota Imagna è stata un’esperienza particolare perché ha rappresentato la prima vera occasione di condivisione con in nuovi membri del gruppo e con Gloria che, da quest’anno, si è aggiunta alle nostre catechiste. Alla partenza ci sentivamo ancora un po’ divisi, da una parte noi di quinta, i “grandi”, dall’altra i tre ragazzi di quarta, per noi, i “piccoli”. Ci accomunavano, comunque, un forte entusiasmo, la voglia di stare insieme e di divertirci. Non pensavamo, però, che il tema di quest’anno potesse coinvolgerci così tanto! Se, infatti, la narrazione della storia sulla tempesta ci ha insegnato che non dobbiamo mai perdere la speranza, neppure nei giorni peggiori, ma dobbiamo avere il coraggio e la forza di ricominciare in qualsiasi altro modo, sono state le diapositive proiettate a lasciare dentro di noi un segno più profondo. In particolare ci hanno fatto riflettere l’immagine della donna anziana i cui occhi hanno visto il mondo, quella del bimbo chino sopra il padre morente sullo sfondo di una guerra e, soprattutto, quella dei calciatori privi degli arti inferiori che, aiutandosi con delle stampelle, hanno continuato a praticare la loro passione, superando ogni barriera. E’stato bello vedere come, non lasciandosi andare nelle difficoltà, si riesce a trasformare la diversità in qualcosa di positivo che ti mette sullo stesso piano di tutti gli altri. Abbiamo poi riflettuto a lungo, in gruppo, scrivendo tutto quello che ci passava per la testa e tradotto le nostre considerazioni sul pezzo di tela che sarebbe stato usato per comporre la vela: al centro abbiamo disegnato un mondo con una finestra, a significare che, attraverso quell’apertura possono sì entrare le difficoltà, i problemi, i disagi di ogni giorno, ma che anche la speranza di risolvere e di ricominciare può passare attraverso quella stessa finestra. Il parlare, il disegnare e il colorare insieme, azioni semplici, ci hanno aiutato ad unirci un po’ di più. Ovviamente, oltre tutto questo lavoro, non è mancato il divertimento: abbiamo mangiato, giocato e dormito insieme, momenti per noi indimenticabili! La neve, caduta domenica, è stata una sorpresa fantastica, non ci siamo fatti mancare niente! La sera, poi, ci è particolarmente piaciuta l’esperienza del passaggio dal buio esterno alla luce interna; abbiamo seguito un percorso, con l’aiuto di due sole lanterne, ma intorno si vedeva poco e molti di noi speravano di ritrovare presto la luce, per sentirsi tranquilli. Il tempo è passato in fretta, come sempre quando ci si diverte, ma una cosa è rimasta: siamo partiti divisi in due gruppi e, dopo solo due giorni, siamo tornati uniti e, finalmente, ora possiamo dire di essere un unico, grande gruppo.