LA CHIESA DI DOMANI
L’idea primaria era di offrire spunti, documenti, testimonianze su “La Chiesa che vorrei”. A me era capitato tra le mani, questa testimonianza del Card. Martini che mi stimolava. Poi è arrivato papa Francesco. Da lui abbiamo sentito parlare di Chiesa povera per i poveri, di dolcezza, di non lasciarci rubare la speranza, ecc. E mi è sembrato in sintonia con il card.Martini. e perciò lo offro come riflessione su “la Chiesa che vorrei”.
Mi sono chiesto e mi è stato chiesto più volte: Come vedo la Chiesa di domani? Quale immagine di Chiesa lo Spirito mi mette dentro il cuore? Non può essere altro evidentemente che la Chiesa di Gesù Cristo e degli apostoli, la chiesa di Sant’Ambrogio e di S.Carlo, la chiesa di Papa Giovanni Paolo II, la chiesa dei concili e dei sinodi. Ma come è questa Chiesa? Si può tentare di delinearne almeno qualche caratteristica? È una Chiesa pienamente sottomessa alla Parola di Dio, nutrita e liberata da questa Parola. Una chiesa che mette l’Eucarestia al centro della sua vita, che contempla il suo Signore, che compie tutto quanto fa “in memoria di Lui” e modellandosi sulla sua capacità di dono. Una chiesa che non abbia paura di utilizzare strutture e mezzi umani, ma che se ne serve e non ne diviene serva. Una Chiesa che desidera parlare al mondo di oggi, alla cultura, alle diverse civiltà con la parola semplice dell’Evangelo. Una Chiesa che parla più con i fatti che con le parole; che non dice se non parole che partano dai fatti e si appoggino ai fatti. La gente è tanto stanca di parole! Per questo un certo riserbo nel parlare darà alla parola più dignità ed efficacia. Era predetto dal Messia: “non griderà, né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce” (Is 42,2). La verità ha una sua forza che non dipende dal tono della voce, ma dalla conformità tra parola e fatti. Una Chiesa attenta ai segni della presenza dello Spirito nei nostri tempi, ovunque si manifestino. Una Chiesa conscia del cammino arduo e difficile di molta gente oggi, delle sofferenze quasi insopportabili di tanta parte dell’umanità, sinceramente partecipe delle pene di tutti e desiderosa di consolare. Una Chiesa che porta la parola liberatrice e incoraggiante del Vangelo a coloro che sono gravati da pesanti fardelli, memore della parola di Gesù: “Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito” (Lc 11,46) Una chiesa capace di scoprire i nuovi poveri, e non troppo preoccupata di sbagliare nello sforzo di aiutarli in maniera creativa. Una Chiesa che non privilegia nessuna categoria, né antica, né nuova, che accoglie ugualmente giovani e anziani, che educa e forma tutti i suoi figli alla fede e alla carità e desidera valorizzare i diversi carismi, servigi e ministeri nell’unità della comunione. Una Chiesa umile di cuore, unita e compatta nella sua disciplina, in cui Dio solo ha il primato. Una Chiesa che opera un paziente discernimento, valutando con oggettività e realismo il suo rapporto con il mondo, con la società di oggi; che spinge alla partecipazione attiva e alla presenza responsabile, con rispetto e deferenza verso le istituzioni, ma che ricorda bene la parola di Pietro: “E’ meglio ubbidire a Dio che agli uomini”.(At 4,19). Una chiesa… Ma il discorso si allarga senza fine. È il discorso della costruzione di una Chiesa saldamente fondata sulla tradizione e aperta allo Spirito di Dio, docile al Magistero e attenta ai segni del tempo. Una Chiesa che viva il detto: “Vetera novis perficere et augere”, letteralmente significa: ”portare a compimento e arricchire le cose vecchie con quelle nuove”.
Cardinale Carlo Maria Martini