NEI DESIDERI
Di Anna Maria Lorenzi
Fabrizio , Gulli , Lola con la regia di Silvia ,hanno messo in scena la riduzione teatrale di uno spettacolo intitolato “Nei desideri”,ispirato al libro “Pianto nell’oscurità”di Ursula Burkowski.
Honza,Lana e Grigo rappresentano tre personalità tipiche facilmente individuabili nella collettività: lo “sfigato”, la furbizia e la fragilità femminile e il duro che riconosce se stesso solo se conduce il gioco. Quale gioco? Quello drammatico di un’attesa che dura anni (in questo caso 18),in un orfanatrofio. Un campanello scandisce il ritmo della speranza di essere scelti ed ogni volta,rimane un’intercalare ritmico di delusione : nessuno li nota,nessuno li sceglie. Nasce urgente l’esigenza di colmare il vuoto creatosi dalla delusione con dinamiche di gioco e riso ,per nutrirsi di una complicità dove il timore della separazione è tutto ciò che unisce. Pare farsi avanti un messaggio : perché possa re-sistere , la speranza deve avere un interlocutore.
Lo spettacolo interpella direttamente il pubblico affidando all’attore il compito di guardare negli occhi ogni singolo spettatore implorandolo: “Per favore,scegli me.”
Non è una domanda,neppure un ordine,è un appello alla coscienza rivolto come una preghiera. Ne deriva chiaramente l’aspetto interrogativo ,sul piano della responsabilità, della speranza,che non può continuare ad essere se non interpellando l’altro.
Nasce allora una domanda: in virtù di cosa si può sperare? Da cosa nasce la speranza? Qual è il rapporto tra il desiderio – speranza del singolo e la risposta della collettività? Sarebbe interessante volgere tali interrogativi di riflessione al gruppo degli adolescenti, non presenti a tale evento per motivi organizzativi, ma già protagonisti,alla veglia di Natale con i loro “vorrei”. Questo spettacolo pare aver messo sul tavolo un tassello in più : è impossibile non sperare,scegli me,per favore.